giovedì 6 marzo 2014

Recensione: Inferno

Buongiorno miei cari lettori,
oggi sono finalmente tornata con una nuova recensione, purtroppo non positiva. Riguarda il libro Inferno, un YA distopico tutto italiano con un'idea di base decisamente originale, ma che purtroppo non è riuscito a convincermi.
TITOLO: Inferno. Canti delle Terre Divise
AUTORE: Francesco Gungui
EDITORE: Fabbri Editore
PREZZO: 14,90 €
PAGINE: 430
TRAMA: Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'Inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli...
La mia opinione: Quando ho iniziato Inferno, non sapevo cosa aspettarmi: dalla trama non si riesce a capire a pieno la storia narrata da Francesco Gungui e non ne avevo ancora letto quasi nessuna recensione, quindi si può dire che fossi completamente all’oscuro. Vista l’idea originale sulla quale questa storia si basava, però, le mie aspettative erano abbastanza alte e, forse, è stato questo a fregarmi. Avrei davvero voluto farmi piacere Inferno, lo giuro. Ci ho provato, leggendolo fino alla fine anche quando, dopo i primi capitoli, avrei voluto abbandonarlo. Ho continuato imperterrita a leggere, aspettando quella svolta che, purtroppo, non è mai arrivata.

La nostra storia è ambientata in un mondo futuro, dove i cittadini vivono divisi in base alle loro condizioni economiche: i politici e le famiglie benestanti vivono nel Paradiso, in bellissime ville sulle coste mediterranee; mentre il resto della popolazione abita a Europa, dove la povertà fa da padrone e la criminalità raggiunge livelli altissimi. E proprio per punire questi criminali è stato creato l’Inferno, una prigione innovativa e crudele, strutturata secondo lo schema dell’Inferno dantesco, dove chiunque infranga la legge viene spedito per un determinato periodo di tempo e dove in ogni girone sono presenti terribili minacce che mettono a rischio la vita dei prigionieri. I protagonisti di questo libro sono due, Alex e Maj.
Il primo è un giovane ragazzo che aita ad Europa insieme alla madre e alla sorellina, e che riesce a malapena a portare a casa del cibo per la sua famiglia. Maj invece è la figlia di un Oligarca, ovvero uno dei politici che regnano su Europa, Paradiso e Inferno, e pertanto abita insieme alla sua abbiente famiglia in una bellissima casa vicino al mare. I due ragazzi non avrebbero alcun modo di incontrarsi, se non fosse che un giorno ad Alec viene offerto un posto come lavorante a Paradiso, proprio nella casa di Maj, la quale non riuscirà ad impedirsi di rimanere ammaliata da questo taciturno e particolare ragazzo. Il legame che nascerà tra loro, però, spingerà entrambi i protagonisti a mettere in discussione la loro vita e tutte le verità su cui hanno sempre fatto affidamento…
Partendo subito dagli aspetti negativi, i protagonisti sono uno di questi. L’autore narra la storia da entrambi i loro punti di vista, facendoceli conoscere tramite i loro pensieri e il loro modo di agire; tutto questo, purtroppo, risulta inutile dal momento che né Alec né Maj sono dotati di una personalità particolarmente interessante o autentica. Non sono riuscita ad entrare in sintonia con nessuno dei due, tanto che se l’autore avesse deciso di eliminarli dalla scena in un qualunque momento del libro me ne sarei a malapena accorta. Il problema fondamentale, oltre ad un approfondimento psicologico che, secondo me, non c’è stato, è il bisogno evidente dell’autore di sfruttare i suoi personaggi. Mi spiego: Maj deve diventare il volto della ribellione, colei che incita il popolo a ribellarsi all’Oligarchia? Introduciamo il personaggio di Alec e facciamole venire voglia di scoprire cosa c’è al di là del suo giardino perfettamente ordinato. Quello che non capisco, però, è perché. Perché Maj dopo diciassette anni di vita viziata e agiata debba improvvisamente sentire un bisogno urgente di scoprire la verità, senza che vi siano stati eventi significativi se non l’incontro con un lavorante carino e silenzioso. Anche il processo che la porta a trasformarsi da ragazzina ingenua a combattente ribelle mi è totalmente oscuro. Insomma, seguire i pensieri di Maj mi risultava pressoché impossibile e avevo la sensazione di perdermi dei pezzi per strada.
Con Alec la situazione è leggermente migliore, ma nemmeno di tanto: capisco cosa lo spinge a ribellarsi e ad agire, anche se non sempre sono riuscita a cogliere quello che stava avvenendo nella sua testa in un determinato momento. Il loro rapporto è una di quelle cose che mi sono risultate incomprensibili: nasce dal nulla, si sviluppa in poche pagine e, prima che io possa accorgermi che sta succedendo qualcosa, si giurano amore eterno.
Tra gli altri personaggi, ce ne sono alcuni che ho apprezzato: Guido, che secondo me avrebbe potuto essere sfruttato e approfondito meglio; Jorgos, che ho trovato molto interessante; e Cloe, uno dei pochi personaggi a risultarmi genuinamente simpatico.

Riguardo lo stile dell’autore non ho nulla di cui lamentarmi: è scorrevole, ma non per questo scialbo e l’atmosfera infernale è stata una delle caratteristiche migliori del romanzo. Forse l’unica critica che mi sentirei di muovere riguarda i dialoghi, che talvolta ho trovato banali e ripetitivi. La trama invece è senza dubbio interessante e coinvolgente, così come la è l’originale decisione di prendere spunto dall’opera di Dante per questo libro. La storia però procede a stento e mi sono ritrovata spesso arenata: a volte per noia e a volte per irritazione dovuta ai personaggi, leggere questo libro è stato a tratti un peso. Devo però spezzare una lancia a suo favore e questa lancia riguarda gli ultimi capitoli, dove assistiamo alla battaglia finale e alla cosiddetta resa dei conti. Finalmente ho avuto modo di leggere capitoli adrenalinici e incalzanti, dove la voglia di sapere cosa sarebbe successo mi spingeva a continuare a leggere e a non mettere giù il libro. Basta a farmi dare un parere del tutto positivo su Inferno? No, però di certo l’autore ha dimostrato alcune qualità che, fino a quel momento, non erano emerse.

Nel complesso credo che Francesco Gungui abbia certamente avuto un’idea a dir poco brillante, che avrebbe potuto rendere il suo romanzo spettacolare. A mio parere, però, non è riuscito a svilupparla a pieno e, anche a causa dei personaggi, il risultato finale non riesce a convincere. Peccato.
VOTO: 2,5 stelle.
 

3 commenti:

  1. Mmmmmh non lo so. Insomma a me non ha mai fatto impazzire e quindi non l'ho ancora acquistato e non credo lo farò, sinceramente. Sicuramente il fatto che alla fine si dimostri coinvolgente è un punto positivo ma se ci sono periodi di stallo e lenti.... oddio no, non lo comprerò.

    RispondiElimina
  2. Questo libro sembrava carino ma se è davvero così lento non penso proprio lo prenderò, in questo periodo poi non penso lo sopporterei proprio e finirei per lasciarlo a metà :( bella recensione comunque :)

    RispondiElimina
  3. A me incuriosiva parecchio... Ma adesso mi hai decisamente fatto cambiare idea...
    Non so se lo leggerò!

    RispondiElimina